Bari Santo Spirito e la Seconda Guerra Mondiale

[Leonardo Basile]

"Santo Spirito e la II Guerra mondiale" è il titolo dell'ultimo lavoro di Giovanni Battista Cersosimo - ufficiale dell'Aeronautica in pensione, studioso e appassionato di storia militare a Santo Spirito - del quale volume ne scrive quest'oggi Marino Pagano sul bitontolive.it e dal cui pezzo esprapoliamo e pubblichiamo:

"(..) Parliamo ora di un altro lavoro di Cersosimo, dedicato questa volta alla seconda guerra mondiale, edito sempre da Edipuglia e avente al centro il ruolo dell'ex marina di Bitonto in quegli anni. Anche in questo caso, pur se con Santo Spirito già stabilmente frazione di Bari da dodici anni, non mancano, tra i periti e i partecipanti alla guerra, dei soldati bitontini, il cui ruolo l’autore segnala e ripercorre nelle pagine del testo. Un volume che ricorda anche la precipua funzione che il borgo marinaro ebbe in quei frangenti.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, infatti, Santo Spirito diventò una delle sedi dei comandi angloamericani.

Gli alleati requisirono alcune ville del posto, come noto da sempre sede delle villeggiature estive delle famiglie agiate bitontine. Furono consegnate, fra le altre, villa de’ Nigris e Sylos-Labini di corso Umberto I, oggi nota come “Villa Morisco”, nel cui retro, grande spazio non certo impegnato dalle attuali costruzioni, furono montate tende per i militari, mentre un ulteriore posto di comando fu realizzato su via Udine, sul tratto che dal mare arrivava ai binari del vecchio tram Bitonto-Santo Spirito.

Qui ben venti le tende e un grosso deposito per gli autoveicoli utili agli impiegati di stanza in zona. Santo Spirito non fu colpita da nessun bombardamento aereo durante il conflitto, ma lo fu il vicinissimo aeroporto di Palese, quando, il 26 aprile del 1943, il fuoco alleato individuò velivoli italiani e tedeschi, provocando alcuni feriti tra i militari.

La ricerca di Cersosimo, dunque, riannoda i fili della memoria.

Doveroso, inoltre, il ricordo di un cittadino di Santo Spirito che ha patito una triste sorte, la terribile permanenza a Mauthausen, nel famigerato campo nazista. Parliamo di Giuseppe Perrini, classe 1908, nato in realtà a Bitonto.

Finanziere scelto, in Austria trascorse due orribili anni, dal 1943 al 1945, catturato dai tedeschi subito dopo il proclama di Badoglio presso l’ambasciata italiana a Durazzo, in Albania. Perrini è morto nel 1971.

Come tanti dei reduci dai campi di internamento o addirittura sterminio, rarissimamente ha esposto parola di quanto subito. Nel 1948 gli fu già riconosciuta l’infermità di guerra e fu collocato a riposo.

Nel 2011, postumo, arrivò l’onore con una medaglia “alla memoria” da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri perché “internato nei lager nazisti nel corso del secondo conflitto mondiale”. Verità fu scritta e dignità fu solennemente, e finalmente, tributata.

A Cersosimo il merito di contribuire sempre più a far luce su questa e su tante altre storie di un periodo così drammatico, circostanze in cui anche la nostra terra, con i suoi uomini, ha molto da raccontare."