Fra i verdi ulivi della campagna giovinazzese, in quella che chiamano contrada Cava della volpe (niente paura: il sito è facilmente raggiungibile), una graziosa bomboniera appare ai nostri occhi...è la Chiesa di San Basilio.
 
In questo post vi presento alcune mie fotografie mentre a seguire troverete alcune informazioni (penso di aver trovato le più significative) relative alla chiesetta, reperite sul web: 
 
"La chiesa è appartenuta all’Ordine Basiliano che si sviluppò in Puglia nell’VIII secolo. All'interno le nicchie, ricavate nello spessore dei muri, la piccola cupola sorretta dagli arconi centrali, l'abside semicircolare con le tenebrose nicchie laterali creano uno straordinario movimento. All’esterno, il tetto a capanna, il braccio trasverso, il tiburio quadrangolare con la copertura a piramide sono semplici espressioni di un linguaggio architettonico scarno ed essenziale."  ( Nicola Miccione,  GiovinazzoLive.it )
"La chiesa, edificata in epoca altomedievale (XI sec.), è ubicata in agro di Giovinazzo in contrada denominata “Cava della volpe” circondata da ulivi e muretti a secco tipici delle campagne pugliesi, purtroppo è abbandonata, sebbene all’esterno in buone condizioni. L’intitolazione a San Basilio lascia supporre agli studiosi che il sacro edificio fu edificato da monachi italo-greci seguaci della regola basiliana venuti in Italia intorno al VI sec. d. C. Non si ha alcun riferimento documentale e storico alla chiesa prima del XVI secolo; probabilmente essa dovette sorgere laddove insisteva un prediale di epoca romana denominato “Brusciano” o “Brutianus” dal nome del colono Bruto. L’edificio è a pianta rettangolare con volta a botte e cupola al centro e tetto a capanna intersecato da un altro più alto a piramide. Nel tratto antistante l’abside si trovano due piccole nicchie usate con ogni probabilità per collocare delle icone. Le ali del transetto risultano coperte da tetti con piovente rivolto verso l’esterno. Sono presenti due ingressi, uno frontale e l’altro laterale, questo è murato e presenta l’archivolto lunato." 
"Un luogo semplice ed evocativo, che respira vento caldo ed alberi nutrienti. In Agro di Giovinazzo, vicino Bari, in un sito dalla toponomastica intrigante, coi rimandi alle tradizioni del San Basilio della chiesa ed ai valori simbolici del Padre Eterno della via. Un luogo che accoglieva e benediva, della fatica, i suoi devoti e che ora ospita le attenzioni degli appassionati di Arte e Architettura, ma non, purtroppo, quelle dei proprietari o delle amministrazioni pubbliche. Siamo presso la chiesa di San Basilio (IX secolo).
 
Una chiesa preromanica (ancor oggi ricordata dall’amata prof.ssa D’Elia), a croce contratta con cupola in asse, che, seppur rimaneggiata nel tempo, conserva la tradizione di chiesa centripeta con : abside, transetto a bracci tronchi e cupola inserita in alto su un tamburo quadrato, innescato dalle quattro poderose arcate dei pilastri.
 
Un sito al di là del tempo, una chiesetta, con all’esterno la parvenza dei bracci tronchi di una croce greca, di cui la parete a meridiana presenta due fori, porta e finestra, probabilmente postumi alla fabbrica seppur armoniosi nel loro gusto popolare, adibiti probabilmente a un uso abitativo o profano della chiesa.
 
Un tuffo nel passato, che con la fuliggine dei muri e i bianchi e i gialli delle pietre, ricorda non solo il Medioevo, ma l’infanzia!
 
Costruita con chianca di diversa fattura nei muri e con chiancarelle sui tetti, sono interessanti da notare, come in tutti i casi come questo di tamburo basso, quadrato, quasi inesistente, i movimenti delle falde che giocano con gli angoli ortogonali dei muri e le pareti dritte.
 
Movimenti d’ architettura che arricchiscono di luci ed ombre, nei piani intersecati, i punti di vista angolari e prospettici, adducendo sensazioni ed atmosfere oniriche ed iconiche alla già pacata e assai piacevole visione agreste dell’insieme.
 
La chiesa ha un sostanzioso ingresso, probabilmente rifatto, formato da una struttura trilitica di blocchi calcarei.
 
Esso immette in un vano – vestibolo voltato a botte, che presenta due nicchie sui ogni lato, e che Pina D’Elia attribuiva ad ospitare in origine sacre icone.
 
Dopo di esse si attiva la potente arcata a tutto sesto che va a sostenere il lato ovest del tamburo e della cupola, un arco massiccio che dona solidità e volume alla pur piccola struttura della chiesa.
 
Più avanti, sotto l’accogliente cupola di pietre, troviamo i bracci tronchi del transetto in uno dei quali, attraverso le aperture, esplode la luce del mattino.
 
Conclude in fondo, l’abbraccio umilissimo dell’abside, metaforica Deesis con le arcatelle cieche laterali dall’apparente aria di absidiole.
 
Notare la volta a botte dell’ingresso, elemento diverso da quello della copertura del tetto esterno a falde con colmo arrotondato, cosa che fa capire come i bracci longitudinali dell’ingresso e del presbiterio siano realizzati con doppia copertura. E questa è San Basilio: un tuffo nel passato più antico e popolare della terra di Bari!  Ma, per favore, che non rimanga in queste cattive condizioni!
 
Un sentito ringraziamento all’architetto Eugenio Lombardi che mi ha accompagnato nella visita, ed un augurio affinchè la sua intenzione di far ristrutturare il sito venga sostenuta dai tanti appassionati pugliesi e dalle amministrazioni locali." ( Gianluigi Vezoli,  Salentoacolori.it  )
 
 
"COME SI ACCEDE: Percorrendo la strada vicinale del Padre Eterno e superando il cavalcavia dell'autostrada, si imbocca a sinistra una strada che, dopo due svolte consecutive a destra, porta alla chiesa.
 
DESCRIZIONE E CENNI STORICI: La sua struttura è tipica di tutto il gruppo di edifici rurali. Il tipo, che si può chiamare "a croce contratta", è ad aula unica coperta da volte a botte, interrotta al centro da una cupola su arconi che formano una specie di piccolo braccio di croce. All'esterno il braccio è chiaramente evidenziato dalla linea di tetti. La cupola è coperta all'esterno da una piramide a chiancarelle.
Costruzioni di questo tipo si ritrovano, con varianti in zona, in tutto il bacino del Mediterraneo orientale (Cipro, Creta, Isole Cicladi) e testimoniano l'esistenza di una base comune di linguaggio molto antica.
Il suo stile artistico, di probabile derivazione orientale, percorre quello romanico in Puglia. E' di piccole dimensioni ed è costruita in rustica pietra locale. Presenta sul davanti una porta architravata priva di infissi.
Oggi versa in grave stato di degrado; è adibita al deposito di attrezzi e prodotti agricoli.
La chiesa fu costruita fra il IX e XI secolo, prima dell'arrivo dei normanni in Puglia. Nel periodo bizantino (876 – 1071) i monaci basiliani si diffusero in Puglia e ove trovano grotte naturali tufacee o calcaree con scarsa umidità si insediarono in piccole comunità adattandole al culto, come si osserva a Gravina di Puglia, ad Andria, a Mottola, a Massafra, ove abbondano le chiancarelle, ossia sottili lastre calcaree, già utilizzate dai nostri costruttori per trulli e pagliai. La chiesa di San Basilio, vescovo di Cesarea in Cappadocia, sorge presso il confine con Bitonto, è caratterizzata da un quadrilatero crociato, con navi ortogonali tra loro e quattro sostegni isolati nei punti d'incrocio, esiste una similitudine con la chiesetta di san salvatore di Rometta Messinese.
 
Rif. Bibl.:
- M. BONSERIO – F. ROSCINI, Note storiche riguardanti le Chiese di Giovinazzo, Giovinazzo 1987.
- V. ZAGAMI, Le torri e le chiese campestri di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, Centro di Cultura Popolare U.N.L.A., Molfetta 1979.
- Alle Sorgenti del Romanico – Puglia XI secolo, Guida breve, Istituto Vittorio Emanuele II, Giovinazzo, Giugno – Agosto 1978.
- B. ANDRIANI, San Basilio nell'agro di Giovinazzo, Tip. D'Innocenzo, Napoli 1986.
- G. MONGIELLO, Le influenze bizantine nelle chiesette rurali romaniche di Bitonto e Giovinazzo, "Studi Bitontini", Centro studi e ricerche bitontine." ( http://win.comune.giovinazzo.ba.it/public/turismo/patrimoniorurale2... )
 
"La Chiesetta di San Basilio, ai più sconosciuta, è, a mio avviso, uno dei tanti gioiellini sconosciuti dell'architettura rurale. Personalmente vi sono particolarmente legato, perchè la sua semplice graziosità mi catturava e ancora mi cattura durante le mie "fughe" in campagna. Il carattere saliente è la sua "complicata sobrietà", che cercherò di raccontare nelle finestre che seguono..." ( Vestito Domenico, http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa00/vestito/tema.html )
 
Altre foto verranno pubblicate sul mio sito web e a breve realizzerò una slide-video che pubblicherò sul mio canale youtube .

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Tag: chiesa-rupestre, giovinazzo, san-Basilio

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